Non per forza un articolo è autorevole, e altrettanto si può dire per le persone con laurea e titoli. Tutti, infatti, abbiamo avuto il coinquilino laureato che scriveva “fà”“sò”“pò”“c’è la faremo”, magari dopo aver condiviso sui social l’ennesimo test sulla furbizia ottenendo la volpe come risultato.

‘Nzomma, puoi anche essere impiegato nel settore sanitario, ma se non dimostri con dati oggettivi ciò che dici puoi sempre optare per un innocente cruciverba. Quanto accade su Twitter da almeno due anni, cioè da quando la pandemia ci ha sfiorati con la sua ondata di morte, è chiaro a tutti: account automatizzati che berciano fesserie su improbabili progetti del Nuovo Ordine Mondiale, cuggini informati che parlano di medicina e, più umilmente, articoli che raccolgono teorie strampalate di persone sì titolate, ma che prendono per oro colato tutto ciò che è pre-print.

Così spunta il titolone “Più contagi tra i bambini immunizzati” con l’espertoh che dice: “Rega’ ‘a proteina Spikess dei sierih nun è cosa bbona”.

Il tweet

“Più contagi tra i bimbi immunizzati. E finiscono più spesso in intensiva”, strilla il titolo (da non confondere con il concetto giornalistico di strillo, che è un’altra roba). Nel copy, gli autori citano lo studioso: “Il farmacologo: ‘Indagare di più sulla proteina Spike dei sieri a mRna’”.

Aridaje.

Parliamo, sostanzialmente, della stessa fonte che in un’occasione precedente aveva parlato di “studio choc” (!!!), ma il materiale riproposto arrivava da un articolo pubblicato su un blog di turismo.

Di turismo, rega’. Turismo.

Quindi, ecco la pioggia di blast anche a questo giro. Interviene Maurizio Scaltriti, certamente non uno sprovveduto il cui nome e le cui referenze sono facilmente riscontrabili se googlate le sue generalità.

Scaltriti scrive: “Siete forse l’unico ‘giornale’ che va buttato nell’umido”. Gli autori, ovviamente, si guardano bene dal rispondere.

Il blast continua

Non è finita. La replica di Scaltriti ha rotto la diga, ed ecco il resto.

La Carlotta dice: “Stavo per venire qui a lamentarmi perché me li sono visti comparire nel feed, ma poi ho pensato che così posso segnalarli e nasconderli”. Bene, ecco il Dott: “Con il rischio che l’umido si scansi per lo schifo”.

Calma.

No, Pappa assesta un colpo feroce: “No, rovina il compost. Non è finita.

“Nell’umido si nobilita”, continuano. Il Luca aggiunge: “Manco per incartà il pesce è bono ‘sto giornale”.

Calma.

Angiolina: “No, troppo nobile l’umido, che ridà la vita”. Infine, il fatality.

Marcella: “No, la me**a va nell’indifferenziato”.

E sappiamo che “indifferenziato” può essere una parola offensiva.