Un account Twitter ha fatto esplodere una fetta di utenza. Lo chiameremo Teo, che nel suo profilo endorsa la Formula 1 e alterna contenuti da tifoso a momenti di misoginia e razzismo, probabilmente deluso da una relazione duratura o frustrato nel non trovare un’anima gemella.
Il Teo è solito provocare i follower – ma vogliamo sempre liquidare tutto parlando di provocazione? Chiedo per il vostro amico – e a questo giro vuole parlarci di donne con peli sulle braccia.
Argomento certamente divisivo, e una velina dell’Ansa ci informa che dopo il tweet del Teo tutti i quotidiani di carta stampata abbiano fermato le rotative.
Il tweet
“Se c’è una cosa che non transigo sono le ragazze con i peli sulle braccia”, scrive il Teo. Sì, abbiamo tutti notato l’errore. Per questo sul Teo volano bacchettate che certamente non fanno parte del mondo BDSM, tanto meno si parla di metodi educativi.
Non solo il Teo dice scrive cose fondamentali per il ritorno della pace in Europa: la forma usata è quasi da denuncia alla polizia sintattica.
Per questo interviene la Sofy, nostra amica anche se non lo sa, che gli risponde: “Se c’è una cosa SULLA QUALE non transigo sono quelli che fanno i maestri di vita dopo aver fatto morire di crepacuore la maestra delle elementari”.
Possiamo darle torto? Certamente no, ma non è finita qui.
Il blast continua
Dicevamo, non è finita. “Mannaggia, me ne farò una ragione”, scrivono. C’è chi aggiunge: “Che peccato”, ma poi c’è chi va dritto al punto: “Meglio i peli che lui professore di italiano”.
“A me infastidisce di più pagare le tasse per mandare a scuola gente che poi scrive così“, ed è vero. Puoi essere troll quanto vuoi, caro Teo, ma quando l’errore sintattico è fisiologico si vede da lontanissimo.
Tra le risposte di Teo leggiamo i suoi commenti divertiti, un passatempo certamente redditizio. Perché sì, se passi il tempo a trollare sui i social e lo fai pure gratis, caro Teo…
Caro Teo, caro Teo, così scaltro non sei.
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