Inaspettato rispetto per quel conoscente che mi ha mostrato orgogliosamente la foto del figlio e ha atteso poi di scorgere sul mio viso la solita puntuale perplessità che coglie tutti nell’apprendere il nome che hanno deciso di appioppare al creatore.

Poi mi ha spiegato che è cosa nota che l’umanità si divida in due parti:

quelli impegnati a emanciparsi da una grossa miseria – economica, affettiva, umana, metabolica – e quelli, invece, impegnati a procurarsene una da cui potersi poi emancipare.

Quindi, poiché il bimbo nasceva già oggettivamente ricco su ogni fronte, l’unica assicurazione per evitare che diventasse un pericoloso imbecille era procurargli da subito il plateale disagio di un nome di merda.

Direte:

Tutto sto panegirico e poi manco ce dici il nome de sta creatura? Facce ride almeno..

Risposta:

un panegirico che esalta il valore della frustrazione, deve essere a sua volta frustrante.