Zia Maria: – E che ne so, però mbiatu idu! (trad. Beato lui).
Siamo qui perché zia Maria non evacua da una settimana ed è convinta che la colpa sia del gesso che gli hanno tolto dal dito.
Io: – Zia Maria, dai, che ora ti visita e ti dà qualcosa per fare la cacca.
Zia Maria: – Seh. Ormai stuppai.
Io: – Dai che non è vero. Se fossi “stuppata” saresti tutta gialla.
Si apre la porta e il dottore si affaccia: il prossimo chi è? Ah, signorina Maria, venite venite.
Zia Maria, passando davanti alla scrivania della segretaria e indicandogliela: – Licenziate ‘sta stronza.
Il dottore: – Eh? Perché mai?!
Zia Maria: – Vi tiene il conto delle cacate.
La segreraria: – Ma come vi permettete?!
Il dottore: – Quante volte sono andato oggi?
La segretaria, dopo un attimo di esitazione: – Una…
Il dottore: – Sbagliato. Due. Dovrei licenziarti davvero, non sai manco contare. Venite voi due, procediamo.
Entriamo e zia Maria è contenta. Aspettava questa visita da 3 giorni, con ansia e aspettativa. Il dottore chiede come si sente e lei spiega che non fa la cacca da giorni, poi ordina: – Visitatemi tutta! – e comincia a togliersi i vestiti.
Il dottore: – Oh! Ooh! Aspettate, venite qui, dietro il separè.
Quindi le tocca la pancia, lo stomaco, la fa mettere su un lato e… continua la visita.
Il dottore: – Siete piena d’aria?
Zia Maria: – Io? e allora quella stronza?
Il dottore: – Basta, Maria. Ora fate la seria. Cosa avete mangiato negli ultimi giorni?
Io: – Di merda come al solito, dottore: roba fritta, peperoncini e cose dolci a morimamma.
Il dottore: – Mi meraviglio come non prendiate peso.
Zia Maria: – Ma io non mangio niente! Non andate appresso a mio nipote, è uno stronzo!
Dottore: – Pure lui?
Zia Maria: – Sti giorni siete tutti stronzi.
Dottore: – Ah pure io?
Zia Maria: – “Sono”, ho detto, “Sono loro”.
Io: – Pallonara.