Il problema dello scontro epocale tra abortisti e antiabortisti è l’esistenza di questi ultimi. Dietro il dito della “scelta morale” e di un’etica ostentata nel senso più arcaico del termine, come se fosse una dottrina imprescindibile.
Il contesto è quello del capovolgimento della sentenza Roe vs Wade che, di fatto, ha delegato i singoli Paesi degli Stati Uniti ad imporre una propria legislazione sull’aborto che, con una sentenza, non è più un diritto riconosciuto a livello federale.
Simone Pillon ha esultato e sui social ha scritto che spera che lo stesso avvenga anche in Italia. Sui social, quindi, si è acceso il dibattito tra abortisti e antiabortisti, con i secondi che – come accade in tutte le stanze dei conservatori in cui le macchie di muffa vengono nascoste dal calendario di Claudia Schiffer fermo lì dal ’94 – anziché argomentare si nascondono dietro un velato vittimismo.
Succede, ad esempio, quando il buon Maurizio fa il punto della situazione.
Il tweet
Il 24 giugno Maurizio, scienziato, medico traslazionale che ha a che fare con AstraZeneca (sentite anche voi i no-vax schiumare male?), scrive:
Se si continua a prendere sotto gamba l’oscurantismo “feudale” dei vari Pillon e si continua a chiamare medici i ginecologi che negano l’assistenza a chi vuole abortire poi succede quello che succede.
Questo è veramente troppo per Michelangelo, che ha un cuore immenso e una grande morale, che con la minaccia abortista vede minare alle fondamenta le sue solide basi etiche. Diglielo, Michelangelo, diglielo! “Micky” risponde:
E stica**i de te e de tutti quelli che vorrebbero negare ad un medico una scelta morale/personale legittima.
Scacco matto, Maurizio! O no? No. Chi pensa che sbandierare la parola “morale” come kryptonite anche in questo caso sbaglia, quindi prende e porta a casa. Maurizio, infatti, affila le lame e dimostra che la morale, quando si tratta dei diritti degli altri, è una grande supposta di cui consiglia l’assunzione a Michelangelo.
Magari non curo i cirrotici perché sono astemio? O i novax perché sono co***oni?
Finisce qui? No, c’è una frase che suona come un grido di battaglia, di quelle che arrivano dalle lotte più genuine del ’68 e che oggi, purtroppo, in troppi dimenticano.
Gli altri commenti
Ora, Michelangelo si è fatto tanto male e per questo snocciola la frase in latino che farebbe di lui un erudito, riferendosi alla sentenza che ha fatto sovraeccitare Pillon.
Micky scrive:
Si vede che c’è qualcosa di diverso nella questione, se il legislatore ha deciso di attribuirgli tale facoltà. Dura lex sed lex
Una utente piuttosto triggerata per tutta questa storia – lo conferma la sua bacheca – non sa proprio che farsene del latinorum di Micky, per questo interviene a mannaia tesa e cauterizza tutto:
Tale facoltà poteva avere un senso al momento dell’entrata in vigore della legge, essendo molti ginecologi già in servizio. Andava messo un limite temporale. Ora non ci sono più scusanti, la legge va corretta. Fuori gli obiettori dalle nostre freg*e.
Triggerata, sì, ma con stile.
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