Un ritornello tipico delle campagne elettorali è la nostalgia della lira, topic un tempo caro a Matteo Salvini (e ripreso a più episodi da Vittorio Sgarbi) che oggi viene riproposto da Gianluigi Paragone, noto “Giangi”, nella sua corsa per le politiche con ItalExit.
Il Giangi è scaltro, scaltrissimo, e la sua campagna elettorale è probabilmente la più azzeccata dal punto di vista della leva sulla pancia degli elettori: durante la pandemia si è battuto contro il green pass e i vaccini, foraggiando lo stomaco di tutti i no-mask, no-pass e no-vax in ascolto, spesso giocando la carta del vittimismo quando nelle trasmissioni veniva contestato per le sue esternazioni.
Esauriti i temi sanitari, il Giangi punta sulla lira, di sicuro argomento-chiave del nome ItalExit.
Il tweet
“Con la Lira eravamo la quarta potenza industriale al mondo. Ed eravamo campioni del mondo di risparmio”, scrive il Giangi.
Ora, noi di Blastometro siamo 4 ca**oni che si divertono nell’osservare tutta quella letteratura social in cui A e B si scornano, con uno dei due che ha la meglio sull’altro non tanto per le argomentazioni trattate, bensì per il linguaggio usato per annichilire. Il “blast”, appunto, è il nostro mondo.
Se volete approfondire il topic giocato da Paragone come jolly per i suoi elettori, vi rimandiamo a Confindustria per un’analisi più tecnica e a questo riassunto for dummies. L’opinione è sacrosanta, i dati oggettivi lo sono di più.
Tornando a noi, il Giangi diventa bersaglio dei blaster. Un noto giornalista scherza con la nostalgia di Paragone proponendogli un salto ancora più indietro: “Con i sesterzi eravamo il più grande impero del pianeta”, alludendo ovviamente all’Impero Romano e alla fine che fece nonostante i sesterzi.
Tutto qui? Doveva far ridere? No, amico, continua a leggere dopo questo stacco musicale dal quale non prendiamo una lira (icsdì, icsdì), ma chi scrive è un musicista.
Il blast continua
L’Antonio scrive:
“Ora spacco il telefono così non leggo più ‘ste pu**anate. Ma ci arrivi? La Cina non c’era, l’India idem, c’era la Russia che faceva la fame nera e noi campavamo a pagherò. Ma veramente volete fare arrivare ‘sto personaggio all’1,3%”.
Come volevasi dimostrare, prima di lanciare slogan è d’uopo ricordarsi del contesto. Per questo il Lorenzo semplifica: “Ha idea di quanto è il nostro risparmio? Le basti sapere che potremmo azzerare il debito pubblico 2 volte”.
L’Andrea punta dritto: “Sarei curioso di vedere gli studi sulla quale si basa questa sua illustrisima considerazione. Qual è la fonte? Topolino? Tuttosport? Sorrisi e canzoni?”.
Calma.
Il Renzo ribatte:
“Sì dai, facciamo concorrenza da soli alla Cina e agli USA. Affrontiamo da soli le sfide della sostenibilità e la crisi energetica. Andiamo incontro a una sana e felice autarchia e conseguente decrescita. O no. Il mondo va avanti e voi guardate indietro”.
L’Ale aggiunge: “E tu avevi i capelli. Certe cose non ritornano, bisogna rassegnarsi. Spoiler: il mondo intorno all’Italia è cambiato rispetto a quando c’era la Lira”.
Luana, a ‘sto punto, si allinea con sfottò al pensiero del Giangi: “Quando c’erano le carrozze con i cavalli, a Roma c’era meno traffico”.
Stefano, poi, ci ricorda: “E le partite si giocavano tutte la domenica pomeriggio”.
E voi, cosa aggiungereste?
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