Sappiamo che è datata, ma ce l’avete segnalata e merita una riflessione: l’attuale consigliere alla Cultura Francesco Giubilei, prima della sua nomina, aveva protestato contro la decisione del sindaco di Roma Roberto Gualtieri di non intitolare un’area verde a Giorgio Almirante.

Il primo cittadino della Capitale aveva detto: “La toponomastica è una competenza di Roma Capitale e noi non intitoleremo un’area verde a Giorgio Almirante. Roma è medaglia d’oro al valor militare per il suo contributo alla Resistenza e non dimentica la storia, i principi e i valori della Costituzione”.

A questa decisione Giubilei aveva contestato la dichiarazione di Gualtieri, scivolando in una gaffe destinata a rimanere nella storia.

Il tweet

Era il 4 giugno 2022, e il tweet è ancora online:

Dice Gualtieri che a Roma non verrà intitolata un’area verde ad Almirante perché la toponomastica è ‘competenza del comune’. Anche pulire la città, risolvere il problema trasporti e dei cinghiali compete al comune ma se lo è dimenticato. A proposito: quando eliminiamo via Tito?“.

Chiaramente Giubilei associa il nome di TitoJosip Broz Tito, nome inevitabilmente legato all’eccidio delle Foibe nonché a una delle pagine più nere della storia dell’Europa del Novecento. A Giubilei, però sfugge che la via Tito di Roma, nel Municipio X Ostiense, non si riferisce al capo delle milizie jugoslave.

Piuttosto, via Tito è intitolata all’imperatore Tito Flavio Vespasiano, come fa notare un giornalista che risponde al tweet:

In un tweet successivo, Giubilei tenta di correggere il tiro: “La via Tito di Roma è dedicata all’imperatore romano, il riferimento è alle numerose vie che purtroppo esistono in Italia dedicate al dittatore Josip Tito. Se non si può dedicare una via ad Almirante perché a Tito sì?“. Qualcuno si sente di rispondere?

Il blast continua

Così scrivendo e così insistendo, Giubilei ha attirato i blaster appassionati di storia:

“Il motivo per cui non gliela intitolano è perché è un fascio. L’analisi logica soprattutto”. “Pure l’arco c’avemo”, commenta ironicamente un altro utente.

C’è, infine, chi si pone delle domande:

“Fammi capire, ti paghiamo con soldi pubblici? Cioè, le tasse che pago finiscono nelle tue tasche”. Spoiler: sì.