“Obsoleto”, “avverso”, “annichilito”, “narcotizzato”, “lobotomizzato”… tutti cerchiamo quel momento di gloria mettendoci in bocca parole che ai non studiati suonano come ricercate, ma è da quando Marco Carta ha usato la parola “alchimia” in un suo brano che il registro aulico non è più peculiare dell’erudito.
Lo dimostra Maddalena, battagliera no-vax che chiameremo affettuosamente “la Maddie” che le tenta tutte per sottomettere l’interlocutore al suo lessico feroce. Il risultato è piuttosto una macelleria lessicale, con la Maddie che inciampa, si rialza e subisce ulteriori sgambetti.
Il tweet
Un consiglio: se trovate un medico che consiglia vaccinazione tout court ai suoi follower senza conoscere età e condizioni cliniche di ognuno di essi, oltre a cambiare medico, defollowate
Con queste parole la Maddie rispondeva all’affermazione: “Un consiglio: se trovate un medico che vi consiglia di non vaccinarvi o di usare cure omeopatiche cambiate medico”. Esternazione, questa, che ha fatto salire il presomalismo all’interlocutrice furente che con il suo “tout court” ha cercato il blast altissimo, restando però ferma a osservare dal basso.
Succede con la risposta arrivata immediatamente dopo:
Il Dottor C. è stato eletto Presidente della European Society of Intensive Care Medicine, lei invece scrive su “** ******” e le sue conoscenze in campo medico/biomedico rasentano lo zero. Non serve aggiungere altro.
Per farla breve: la Maddie si dissocia da chi la considera no-vax, dice piuttosto di opporsi alla vaccinazione di massa e obbligatoria. Descrizione, questa, che in 2 anni di pandemia abbiamo visto tra le bacheche dei no-vax poco convinti – o inconsapevoli – di essere no-vax.
Tutto qui? No, la Maddie sa dire anche “urbi et orbi”, mica bruscolini.
“Io non ho mai scritto ‘siero'”, ma poi…
C’è chi, inoltre, fa notare alla Maddie di aver usato a sproposito la parola “siero” in un articolo.
È molto grave che una giornalista, con una preparazione non pervenuta in materia (lei non ha studiato e si nota), parli di vaccini e virus ai cittadini utilizzando, addirittura, il termine “siero” al posto di vaccino. È altrettanto grave che lei continui a fare la giornalista.
La Maddie replica con scaltrezza:
Grazie per avermi strappato una risata già di prima mattina: you made my day (Ps è motivo di orgoglio per me non aver mai usato la parola siero in alcun articolo. Sono inciampata nell’unico disagiato che non si è accorto né di questo, né di tante altre cose. Torni a studiare).
Il “disagiato”, poi, trova l’errore:
Nel titolo usato dalla Maddie nel suo articolo, in effetti, leggiamo: “Allarme miocarditi post siero“. La battagliera, a questo punto, la butta sul personale proponendo una supercazzola:
Ogni volta che uno studente di Cagliari esplicita la sua “passione per la divulgazione” opinando su politiche sanitarie e titoli di giornali senza averne la benché minima cognizione, una rivista scientifica nel mondo chiude i battenti.
La Milady interviene con lo stiletto affilato:
Non cerchi di cadere sempre in piedi… Ammetta di aver sbagliato e di aver esagerato con le parole e chiuda la questione lì. Se i giornalisti di limitassero alla cronaca anziché sforare nella tuttologia staremmo tutti meglio. Mettete fonti scientifiche! Non pareri personali!
Carla guarnisce la torta:
Almeno è uno studente = persona che studia. Sarebbe bello poter dire la stessa cosa di tanti giornalisti…
Il Lorenzo chiede, ma non ottiene risposta:
Dunque lei sa che cosa è un siero. Giusto? Ce lo spiega?
C’è, infine, la veracità laziale che non ammette repliche:
A’ Maddalè, stacce!
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