Purtroppo il dibattito sull’aborto continua ad essere un dibattito, visto che l’argomento non è mai stato superato. Solamente ieri il gruppo Pro Vita & Famiglia (qui) è finito nel mirino dei blaster con una strampalata nota in cui, sottilmente, alla donna venivano attribuite colpe sulla scelta di abortire.

Oggi su Twitter il gruppo Pro Vita fa proprie le parole di Don Fortunato di Noto in cui il sacerdote si dice preoccupato per il numero di abortisti tra gli adulti e i giovani. La narrazione è brutale, perché viene paragonato l’aborto alla raccolta differenziata.

Come se non bastassero le parole di Don Fortunato, il gruppo Pro Vita aggiunge la propria opinione. I blaster sono come cecchini: rimangono appostati e sparano a raffica non appena l’obiettivo esce allo scoperto.

Il tweet

“Una società che disprezza la vita è una società votata all’autodistruzione”, scrivono Pro Vita & Famiglia nel copy. Ecco le parole di Don Fortunato:

“‘Io sono per l’aborto’. Mi rattrista e mi inquieta. Quando te lo senti dire da giovani, da adolescenti, mi rattrista e di molto. Mi inquieta dagli adulti che lo propinano come se fosse un mettere i rifiuti nell’indifferenziata o nel cestello dei rifiuti organici. Io sono per la vita”.

Un utente tenta la spiegazione razionale: “Ma guarda che è un embrione, non ha coscienze e non ha cervello. Secondo questo ragionamento non bisogna mangiare carne perché è vita, ma nemmeno i vegetali perché sono vivi anche loro”.

Questo, signori, è il commento più pacato. Mettetevi comodi.

Il blast continua

Via con il primo: “Hembè, l’opinione di uno che non metterà al mondo dei figli è proprio essenziale e aggiunge sicuramente degli spunti di riflessione importanti”. Difficile dargli torto.

Ancora: “”Lei comunque ha scelto di non avere figli, o no?”, ed è così.

Infine, c’è chi usa un tono perentorio ma degno di un blaster:

“Vi trovate alla domenica in chiesa e ne parlate fra di voi. Alla società laica l’opinione dei religiosi non interessa se non per conoscenza, lasciandovi comunque liberi di professare e di vivere secondo il vostro credo che per inciso non è il credo di tutti”.