Non è un Paese per POS, e questo lo abbiamo capito da qualche giorno con una Manovra che ha letteralmente diviso in due gli italiani. Il dibattito sui social è sempre aperto e continua in lunghissimi thread su Twitter.
I nostri affezionatissimi menzionatori ci segnalano una discussione in cui si parla, inevitabilmente, di commissioni bancarie sui pagamenti con carta e partecipa al thread con un giornalista con il quale, tuttavia, non ci sono sfumature di nervosismo.
Tutto degenera (si fa per dire) quando l’utente racconta un aneddoto del suo barista.
Il tweet
“No perché per esempio Satispay (ok ok non è bancomat) sopra i 10 € prende 0,80 €, per il mio barista ogni mattina quando pago sono tanti, per cui fa due scontrini e uno glielo pago cash”.
Non bisogna mai andare su Twitter a raccontare queste cose, caro utente (semicit.). Satispay, chiamata in causa, interviene per fare chiarezza e apre i rubinetti di altri blaster.
“Ciao ****** solo per chiarezza, con Satispay i costi per gli esercenti sono fissi e pari a 0,20€ per qualsiasi cifra superiore ai 10€. E sotto i 10€ sono totalmente gratuiti“.
Ba-dum-tsh.
Il blast continua
“Ciao, il tuo barista fa la cresta”, scrive qualcuno, seguito da un altro: “Il tuo barista ti prende per il cu*o per fare nero”.
“E mo chi glielo dice al barista”. Già, chi glielo dice?
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